L’estate è alle porte, e le temperature attuali ce lo ricordano giorno dopo giorno. In questi mesi molto caldi, che si protraggono sempre più a lungo, vi sarà di certo capitato di constatare che il mito della “temperatura ambiente”, in riferimento alla temperatura di servizio di un vino rosso, tanto in voga negli anni passati, ha ormai perso ogni legittimità.
Il vino rosso, infatti, a seconda della tipologia, va bevuto in un range di temperatura che in molti casi si sposa con quella ambientale, ma non certo d’estate e nei giorni più caldi.
Di conseguenza, dobbiamo correre ai ripari. Ma qual è, quindi, la temperatura ideale e come possiamo fare per ottenerla?
Cominciamo col dire che la risposta alla prima domanda sta nella tipologia del vino, a questo proposito, semplici regole che possono venirci in aiuto sono le seguenti:
- Vini giovani e leggeri 14°c
- Vini di medio corpo non troppo invecchiati (2 – 5 anni dalla vendemmia) 16°c
- Vini di grande struttura e/o molto invecchiati 18°c-20°c
Per definire la leggerezza ed il corpo di un vino ci sarebbero da prendere in considerazione una serie di variabili (per esempio i famigerati tannini) che renderebbero troppo complessa la questione.
Per farla semplice, quindi, suggerisco di basarsi, oltre che sull’età, sulla gradazione alcolica che in molti casi può essere sufficiente ad inquadrare la categoria di appartenenza di un vino.
Sotto i 12,5° abbiamo di solito a che fare con un vinello, non per forza in senso dispregiativo, da bere quindi giovane ed alla temperatura di 14°. Col salire della gradazione alcolica, il vino acquisisce generalmente struttura e di conseguenza, per essere apprezzato al meglio, va bevuto ad una temperatura leggermente superiore, che si avvicina ai 20° (limite massimo) se il vino è anche particolarmente invecchiato, senza essere diventato aceto, si spera.
E fin qui ci siamo, ma come fare a regolare, ed a misurare, la temperatura? Semplice…con un termometro. Ce ne sono di 1000 tipi e per tutte le tasche, io consiglio di spenderci davvero pochi euro (uno già buono costa sui 10€) e di farne un uso sano, perché si fa presto a diventare maniaci quando si ha a che fare col vino.
Per quanto riguarda invece la regolazione della temperatura, possiamo (e dobbiamo) usare dei semplici accorgimenti. Per alzare la temperatura basta mettere il vino in un luogo più caldo, magari avvicinandolo ad un termosifone, ma non schiaffandocelo sopra, altrimenti otterremmo la base per un buon vin brulè. Per abbassarla, esiste sempre il caro buon vecchio frigorifero che però (stiamo sempre parlando di rossi) è un po traumatico per i gusti della nostra bottiglia e per i pochi gradi che generalmente dobbiamo buttare giù. Meglio allora prendere un cestello, se ne avete uno per lo spumante andrà benissimo, o in alternativa un bel pentolone di quelli da mensa dell’esercito, e riempirlo di acqua fresca, magari con l’aggiunta di qualche cubetto di ghiaccio. Vi si immerge la bottiglia e dopo un po, voilà, siamo a posto.
Altro metodo è quello di mettere la bottiglia sotto un leggero rivolo di acqua corrente e tenercela per qualche minuto. Non sembra ma anche questo metodo ha la sua efficacia. Ma se proprio non volete impegnarvi neanche il minimo sindacale, allora ok, potete metterlo in frigo al massimo un’ora prima di servirlo a tavola.
Fin qui tutto bene, siamo a casa nostra e ci adoperiamo come meglio crediamo. Ma che succede al ristorante? Immagino sia capitato anche a voi di vedervi recapitare a tavola una bottiglia di rosso che era sui 25° causa vicinanza con il forno a legna, la brace, la lavastoviglie o altro.
Succede fin troppo spesso. Bene, non abbiate paura di richiedere il famoso cestello pieno di acqua fresca nella quale immergere la vostra bottiglia. Se il cameriere storce il naso è un problema suo, voi state pagando il vino (e non una tisana) ed avete tutto il diritto di godervelo fino in fondo.
Alla salute!