La perfetta efficienza della caldaia di casa, non è solo sinonimo di risparmio economico e di sicurezza, e poiché a stabilirlo è un obbligo di legge, ci troviamo costretti ad effettuare periodici controlli dell’impianto di riscaldamento.
Perché fare la revisione annuale? È infatti il decreto legislativo 192/2005, detto anche “il codice dell’energia”, a stabilire i tempi e le modalità per effettuare i controlli delle caldaie.
I controlli devono essere eseguiti rigorosamente da ditte specializzate nella manutenzione, le quali rilasciano appositi documenti che devono essere accuratamente conservati dall’utente di casa.
La legge, in particolare, prevede una distinzione tra gli impianti a potenza del focolare maggiore o minore di 35 kW.
Per le caldaie con potenza uguale o inferiore a 35 KW, ovvero le caldaie singole, la legge prevede il controllo e la manutenzione annuale, mentre la verifica del rendimento di combustione, vale a dire la prova dei fumi, deve essere effettuata ogni 2 anni.
Per le caldaie con potenza superiore a 35 kW, solitamente le centralizzate, la normativa prevede un controllo annuale del serbatoio di gasolio prima dell’accensione, un controllo bimestrale del consumo di acqua con relativa lettura del contatore, la pulizia della caldaia ogni volta che la temperatura dei fumi superi di 50 c° la temperatura rilevata a caldaia pulita. Un controllo più approfondito del serbatoio, va effettuato ogni cinque anni (smontando la caldaia stessa).
Un ulteriore controllo, di solito a metà del periodo di riscaldamento, va effettuato per controllare il solo rendimento di combustione e infine, la normativa impone un controllo bimestrale del rendimento di combustione percentuale con rilevamento dell’anidride carbonica prodotta per i combustibili gassosi (metano) e mediante l’indice Bacharach per i combustibili liquidi (gasolio).
Questi controlli sono da effettuare sia che si tratti di impianti alimentati a combustibile liquido o solido, sia che si tratti di impianti alimentati a gas.
Per gli impianti sotto i 35 KW, i controlli vanno riportati sul Libretto d’impianto, mentre per le caldaie con potenza superiore, vanno annotati sul Libretto Centrale. Questi libretti vengono compilati dal responsabile che effettua i controlli sull’impianto, ed oltre a tali dati, contengono anche informazioni del proprietario, dell’installatore e del responsabile della manutenzione.
Il controllo dei fumi (con annessa pulizia): va effettuato ogni 4 anni nel caso in cui la caldaia abbia meno di 8 anni (ovvero che il generatore di calore sia stato installato da più di 8 anni), sia stagna o installata fuori dall’appartamento. Se la caldaia ha più di 8 anni, il controllo dei fumi va effettuato ogni 2 anni. Stessa cosa nel caso in cui la caldaia abbia meno di 8 anni, ma non è stagna ed è installata all’interno dell’abitazione.
Quanto costa la revisione della caldaia?
Il costo? I prezzi della manutenzione variano in base alla ditta a cui ci rivolgiamo e al tipo di caldaia (murali o a basamento). Mediamente il costo annuale per la revisione di una comune caldaia singola con potenza inferiore ai 35 Kw, si aggira da 70 a 150 €, a seconda che vi sia compresa o meno la pulizia.
Inoltre, a seconda della Regione di appartenenza, va effettuato il pagamento del bollino blu, tramite bollettino postale, che per quanto riguarda il Lazio ha un importo di 9 €. E la burocrazia non finisce qui, perché bisogna notificare all’ente l’avvenuto pagamento, inviando la ricevuta tramite posta raccomandata o fax.
Se non viene effettuata la revisione? Chi occupa l’immobile, che sia il proprietario o l’inquilino, deve provvedere alle operazioni di revisione annuale secondo quanto previsto dalla legge. Se la normativa non viene rispettata si può incorrere in pesanti sanzioni che vanno da 500 a 3.000 euro.