I capelli chiedono diversi tipi di attenzione a seconda delle fasi della vita. Il loro invecchiamento non dipende solo dai geni, ma anche dall’ambiente esterno e da una dieta specifica. Per prendersi cura dei capelli a quanto pare bisogna mangiare in modo diverso in base alla data di nascita.
Le notti brave dei vent’anni compromettono le ore di sonno, da compensare con le proteine contenute nei alimenti animali ma anche nei legumi. È l’età in cui i capelli sono maggiormente influenzati dallo stile di vita che include il lavorare duramente, il fumare, lo sperimentare nuovi colori e stili. Ma è anche l’età in cui biologicamente iniziano a diventare più fini, e a diminuire la densità. È importante creare un buon regime di cura, così come succede per la pelle del viso.
A trenta, insorgono problemi di digestione dovuti allo stress, perdendo acqua e lucidità. I ricercatori suggeriscono un apporto di vitamina B12 e di probiotici per combattere la fatica, e aggiungono l’avocado tra i pasti settimanali perché ricco di sostanze idratanti utili per i fusti più secchi.
A quarant’anni è la cute a subire maggiormente il processo d’invecchiamento. Per compensare la perdita di sebo consigliamo vitamina A e C contenuta negli spinaci e in tutti i vegetali verdi.
I problemi diventano ormonali a cinquanta. Questo comporta un indebolimento generale delle lunghezze, ancora più fini e secche. Una manciata di semi di zucca sull’insalata equivale a un buon apporto di Omega 3, zinco e ferro necessari per riequilibrare il malfunzionamento di alcune sostanze.
Ma il super ingrediente per chiome fluenti, trasversale a tutte le età perché agisce come antistress e siero di eterna giovinezza, è la vitamina B7 di cui sono ricchi cibi come cereali, tuorli d’uovo, broccoli, cavolfiori, mais, formaggi, funghi, patate e latte. Protegge le fibre capillari, aumenta la capacità di resistenza a spazzole e tensioni e, se applicata direttamente sulle radici, le rinforza.
C’è poi il fattore caduta. È stato dimostrato sia che il lavaggio frequente non è una causa, sia che la stagionalità è determinante nella quantità di capelli persi, che normalmente va dai 50 ai 100 al giorno.
I cambiamenti climatici causano un aumento di alcuni ormoni che favoriscono la crescita dei capelli e quindi, accelerandone il ciclo di vita, intensificano anche la loro caduta. Serene, possiamo dormire sonni tranquilli e non spaventarci se notiamo qualche capello in più sul cuscino in questo periodo: è normale. Certo è che se ne perdessimo solo cinquanta anziché cento, avremmo una testa più voluminosa, sicuramente più giovane.
Come fare per diminuire la caduta fisiologica?
Proteggendo la zona di ancoraggio del capello, una sorta di bottone a pressione biologico, dagli attacchi di alcuni enzimi liberati dal nostro corpo quando siamo particolarmente sotto stress, abbiamo un processo infiammatorio in corso, o quando subiamo alterazioni ormonali o abbiamo un’alimentazione squilibrata.
È proprio su questo tema che entra in gioco la vitamina D. Ha un ruolo chiave, insieme agli Omega 3, nel preservare la zona di ancoraggio dei capelli perché ha uno spiccato potere antinfiammatorio.
Se assunta tramite il cibo (si trova nel salmone, nell’olio di fegato di merluzzo, nelle uova), arriverà fino ai bulbi grazie a una fitta rete vascolare che li circonda, senza tuttavia interferire nella produzione pilifera.
I capelli sono regolati da meccanismi ormonali di crescita completamente diversi da quelli dei peli: crescono di un centimetro al mese e hanno un ciclo di vita, determinato da fattori ereditari, che va dai 3 ai 7 anni. Quindi portare un bob lungo fino alle spalle equivale ad avere capelli giovani, di due anni di età, fisiologicamente sani e forti.. In effetti, è un taglio super attuale, perfetto a qualsiasi età, non solo consigliato in salone alle donne dai quaranta in su.
L’altro metodo per ingannare sull’età è attualizzare le pettinature. Anche se le tendenze per l’autunno-inverno guardano ancora al passato: c’è lo chignon vintage di Dolce & Gabbana, la treccia di Valentino e il lungo ispirato agli anni Quaranta di Francesco Scognamiglio.
Dai capelli bianchi delle pop star allo stile vintage sulle passerelle, i capelli raccontano non solo chi siamo ma anche chi siamo stati, svelando persino la nostra dieta tricologica.